Scogliera

Agostino Cancogni

Olio su tela di iuta alta, cm. 50 x 50 x 4

600,00 

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  • Firmato

    In basso al centro

  • Note

    Sul retro riporta timbro atelier, titolo e firma

  • Autentica

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  • Cornice

    Opera non incorniciata

Il meglio di Donzelli è proprio qui, in questa sua capacità di incantamento, di stupore partecipante (ma sempre un tantino ironico) di fronte al multiforme, variopinto babelico spettacolo delle città moderne. (Filiberto Menna)

Agostino Cancogni

Biografia

Nasce a Forte dei Marmi (LU), il 26 Novembre 1950.
Si diploma al Liceo Artistico di Carrara e, a 19 anni, entra all’Accademia di Scultura, da cui esce col massimo dei voti.
Sue opere si trovano attualmente in collezioni in Italia e all’estero (Arabia, Inghilterra, Svizzera, Germania e America).
Provvisto di notevoli doti e di un naturale talento, Cancogni ha saputo coltivarli con studi appassionati dell’anatomia e del disegno classico.
L’artista si dedica inoltre alla scultura, un amore antico e profondo trasmessogli dal padre, anch’egli scultore.
Passato attraverso vari cicli tematici, dal surreale ad un naturalismo di impronta caravaggesca, Cancogni approda oggi a quegli interessi di forma-luce-colore cari alla cultura dell’arte.
L’osservazione della realtà ambientale è parte dell’esperienza quotidiana nella pittura di Agostino Cancogni, ed è certo che si possa parlare di una vera e propria forma di intimismo, nel momento in cui l’artista si raccoglie in se stesso coltivando a lungo le sue segrete emozioni che nascono dal contatto con le cose e le forme che gli sono famigliari.
I soggetti sgorgano dalla memoria, che agisce come filtro attraverso sovrimpressioni o riflessi in un recupero dell’immagine reale, meditato però dal ricordo.
Nascono così i suoi paesaggi toscani, le nature morte con fiori secchi ed altri piccoli oggetti dell’attorno domestico, portoni antichi, che hanno addosso le ferite del tempo passato ma che sono animati da una calda luce che dà loro ancora vigore di esistere.
La pittura è sempre molto accurata e mantiene una sorprendente leggerezza di esecuzione, mentre pochi elementi emergenti sensibilizzano gli spazi calibrati e conclusi delle composizioni.